Lazio-Sassuolo 3-2, Reja ritrova il sorriso
Biancocelesti in vantaggio con Radu, poi tanta sofferenza coi neroverdi che chiudono i romani. Nel finale gol a ripetizione: Floccari, Klose, Floro Flores e autogol di Cannavaro
Radu segna e corre ad abbracciare Marchetti. LaPresse
Finisce coi botti, cioè ben 5 gol, la gara che chiude un pomeriggio di
passione. Corteo di protesta contro Lotito nel prepartita, la cicatrice
del Lugodorets visibile ad occhio nudo e Petkovic che pizzicava da
lontano. L'imperativo era vincere o morire: la Lazio ci riesce. Il
Sassuolo diviene, suo malgrado, il classico capro espiatorio, ma vende
cara la pelle e praticamente si suicida con un autogol di Cannavaro,
dopo avere riagguantato due volte la squadra di Reja. Sembrava bastasse
un gollissimo di Radu (missile da 30 metri che Rosi non riesce a
contrastare, palla che tocca palo ed entra) per alleviare - solo un po' -
il malcontento della tifoseria, visto che al riposo si andava dopo 45'
non proprio esaltanti. Nella ripresa, invece, la gara diviene
scoppiettante come una pentola di popcorn. Fatto sta che accorrere in
massa per intonare cori contro il presidente della Lazio ("Lotito, ladro
di sogni" recitava uno striscione nei distinti) ha anche prodotto un
bel colpo d'occhio e probabilmente un incasso anomalo valutando il tipo
di gara, non certo di cartello contro il Sassuolo fanalino di coda. Ma
tant'è, Lotito imperturbabile ha seguito la gara al fianco di Beretta,
presidente di Lega, non scomponendosi a 90' di offese e cori per
spingerlo a lasciare la Lazio.
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