VORREI RACCONTARVI UNA STORIA…

Ho letto una bella storiella sul sito Juventusmember.com (di cui sono socio) a cura del tifoso Gabriele Valenti e, visto che condivido le sue stesse passioni, ve la voglio raccontare…

...Il 9 Novembre 1974 nasce a Conegliano Veneto un certo Alessandro Del Piero. Cresce in quel di San Vendemiano e inizia a giocare a calcio nella squadretta del paese. Qui si fa notare subito e il prete-presidente convince il presidente del Padova a scommettere su di lui.

Titubante, a causa del suo fisico, costui accetta di prenderlo per una cifra che gira tra i 7 milioni di lire e i 30!


All'età di 13 anni si trasferisce a Padova e all'età di 16 anni appena esordisce in serie B nel Padova di Mauro Sandreani.

Questo dirà di Alex: «Mi fermavo a vederlo giocare come se fosse "un'opera d'arte"».

...Poi l'ho visto arrivare dal Padova, all'età di 19 anni, ragazzino gracile e debole, tante promesse, il rischio di un flop.


Il Milan lo cerca ma tentenna, la Juventus lo prende e il destino ha già deciso...l'ho visto affrontare con coraggio le colonne della Juve di Trapattoni: Vialli e Baggio.

L'ho visto entrare al posto di Baggio, contro la Reggiana e andare a segnare dopo qualche minuto. E' il 19 settembre, Juventus - Reggiana 4-0.


L'ho visto crescere sempre più, fino a costringere i dirigenti a puntare su di lui. Nella stagione dopo, l'ho visto diventare il numero 10 della Juve.

L'ho visto correre come un'aquila sul campo, l'ho visto segnare gol a raffica, alcuni diventati lo spot del calcio stesso. L'ho visto creare quel gol che è diventato soltanto il suo... l'ho visto disegnare parabole dolcissime.... l'ho visto anche segnare gol rabbiosi e potenti.

L'ho visto segnare di tacco, di testa, su punizione, su rigore....

L'ho visto alzare la Coppa dei Campioni, dove ne era stato il trascinatore. L'ho visto sfiorare di un niente un Pallone d'Oro che avrebbe meritato. L'ho visto con i piedi per terra, sempre....L'ho visto ballare di gioia ai festeggiamenti degli scudetti vinti.




L'ho visto scherzare dinanzi le telecamere e i giornalisti. L'ho visto segnare alle dirette concorrenti e soprattutto ai nemici più acerrimi.

L'ho visto segnare a Tokio (marinai la scuola quella mattina) e portarci sul tetto del mondo....Gli ho visto gli occhi di gioia quando lo stadio ha iniziato a cantare "Alessandro Del Piero olè".

L'ho visto rinunciare al gol per farlo segnare ad un suo compagno. L'ho visto piangere, quando al 92° minuto di Udinese - Juventus, il suo ginocchio decide di fermarsi.... l'ho visto rammaricato, nelle scene in ospedale... l'ho visto grintoso per recuperare dall'infortunio.

L'ho visto rientrare in campo dopo un anno di agonia. L'ho visto riprendersi quella Juve che era e sarà soltanto sua.

L'ho visto affrontare le critiche con calma e pazienza. L'ho visto messo in croce dalla nazione per aver sbagliato 2 gol in finale,dimenticando tutto ciò che ha sempre fatto per i colori azzurri.



L'ho visto sempre in discussione in nazionale, nonostante il desiderio di giocarci anche in porta.

L'ho visto salire sulla collina di Achille e attendere i Mondiali del 2006.

L'ho visto lottare a denti stretti per conquistare un posto da titolare e l'ho visto segnare, urlare, piangere contro Germania (stesse reazioni che ho avuto io).








L'ho visto segnare il gol più bello della storia alla Fiorentina.

L'ho visto piangere a dirotto dopo un gol al Bari nel “nostro” Stadio San Nicola, sceso in campo per poco, data la morte del padre. Ho sentito brividi lungo la schiena nel vederlo correre e piangere insieme ai compagni.

L'ho visto lottare contro un allenatore che lo tratta male. L'ho visto restare sempre nel cuore degli juventini. L'ho visto sopportare tutto, senza mai perdere la testa.


L'ho visto triste, in panchina, quando sentiva la sua Juve sempre più lontana. Però l'ho visto anche riprendersela con foga, e ogni volta che entrava in campo, l'ho visto sorridere nel sentire "un capitano, c'è solo un capitano".

Gli ho visto uscire quella lingua, dopo un gol magico all'Inter il giorno del mio compleanno
(12 febbraio).


L'ho visto accettare la serie B, da campione del mondo e giocarla da protagonista, diventandone il capocannoniere.

L'ho visto tornare in A e lottare ancora, all'età di 33 anni per essere il migliore.

Ho visto, anzi, sentito insulti pesanti su di lui, anche da juventini. L'ho difeso contro tutto e tutti. L'ho sentito vicino a me, anche se solo nella mia testa. L'ho visto entrare in tutti le statistiche, battere record e diventare l'incarnazione della Juve. L'ho visto diventare papà e restare come suo solito in silenzio, nascondendo la vita privata. Ho letto i suoi libri e ne ho conosciuto le passioni e i gusti. L'ho sentito soprannominare Pinturicchio e Godot. L'ho visto salire sul tetto del mondo e soprattutto ho visto tutto questo mentre crescevo.

Già, perchè tutta la mia vita è sempre stata segnata dalla Juventus e da Del Piero stesso. Sono cresciuto osservando e amando un campione che non avrà mai fine dentro di me.

Emozioni e soddisfazioni generate da Alex, sono diventate indispensabili per la mia crescita e per la formazione della mia persona. Le cose che ho scritto sono solo alcune, quelle che mi sono venute in mente ora, in disordine... Potrei scrivere interi libri, ma penso che la cosa migliore è essere consapevole che saranno sempre dentro di me.

Molti mi chiedono che senso ha provare tanta passione per un giocatore, beh non lo so nemmeno io. So un giorno lo incontrassi di persona gli stringerei la mano, dicendogli solo "grazie per tutto quello che hai fatto... per la Juve... per il calcio.... per me".

Capitano, se un giorno mai leggerai queste parole, ti prego, sappi che sono scritte con il cuore e con tutto me stesso.