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lunedì 18 agosto 2008

Addio a Franco Sensi
Il presidente più grande



L'epopea del dirigente, scomparso dopo una lunga malattia, uomo semplice nell'intimità, presidente e imprenditore da battaglia. Prese la Roma nel '93, salvandola dai libri contabili: due mesi prima aveva debuttato Totti

Quindici anni di Roma, ma il ricordo da custodire come un bene prezioso è legato a una visita a villa Pacelli. E' lì, dentro la sua casa museo, che Franco Sensi, scomparso ieri sera a 82 anni in una clinica romana, dopo una lunga malattia, smetteva i panni di presidente e imprenditore pronto a battagliare col mondo, e indossava quelli in fondo a lui più congeniali.

UOMO SEMPLICE - Orgoglioso delle sue donne, le mostrava giocando a fare il marito-padre-padrone per rivelarsi subito per quel che realmente era nell'intimità: un uomo semplice, felice e realizzato, con un grandissimo senso della famiglia. La signora Maria, e le figlie Silvia, Maria Cristina, fino alla prediletta e predestinata Rosella. Sono loro, le donne di casa Sensi, che hanno accompagnato con amore e discrezione il grande capo nel lungo e doloroso cammino della malattia, ai giorni nostri.

NELLA STORIA - Franco Sensi è stato il più grande presidente della storia della Roma. Soltanto Dino Viola, tra quanti lo hanno preceduto, può essergli avvicinato. Non è solo questione di scudetti, da quello del 1983 a quello del 2001 (Sensi ci avrebbe aggiunto due coppe Italia e due supercoppe), e di guerre sante calcistiche, celebri e comuni ai due quelle con la Juventus, anche se poi Sensi seppe spingersi molto oltre. Ma di un modo di intendere il calcio, ultimi presidenti artigiani alle prese, Sensi più di Viola, con un mondo e uno sport che andavano cambiando, fino a diventare quelli di oggi. Dove i potenti sono sempre più potenti, e i soldi fanno sempre più la differenza.

SOLDI - Al calcio, alla sua Roma, e a un esserne tifoso senza reticenza alcuna, Franco Sensi di soldi ne ha sacrificati parecchi. Finendo col mettere addirittura a repentaglio il suo impero finanziario ma non la Roma, appetita l'altro ieri a est (i russi della Nafta Moskva) e ieri a ovest (l'americano Soros). Ricevendone in cambio un'immensa popolarità, la cui sintesi è racchiusa in un flash: scudetto 2001, Circo Massimo, un milione di persone ai suoi piedi. Nemmeno la nazionale campione del mondo 2006 ha saputo fare altrettanto. Quindici anni, calcisticamente, sono un'eternità. Non è un caso se questa eternità Sensi ha finito col condividerla interamente, intensamente, col più grande calciatore che la città abbia mai dato (e probabilmente mai darà) alla Roma. Francesco Totti esordì sedicenne in serie A il 28 marzo del '93, nelle settimane in cui i libri contabili della società erano sul punto di finire in tribunale. Due mesi dopo, quella Roma e quel Totti furono salvati proprio da Franco Sensi. Un motivo in più, oggi, per ringraziarlo.
(da gazzetta.it)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

onore a FRANCO SENSI !
hai preso una Rometta e lottando contro tutto e tutti l'hai portata al vertice anche vendendo le tue proprietà e non come cragnotti o tanzi che hanno pagato i loro debiti con i soldi dei poveri cristi...
grazie ancora mitico presidente, difendi anche da lassù assieme ad Ago e Dino Viola i colori della città eterna.

Real Mimmo ha detto...

Addio A Franco Sensi.

Sono d'accordo con Ade.
Un Presidente generoso: potrei dire esattamente l'opposto di Matarrese.....