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martedì 13 aprile 2010

Incredibile retroscena:
regali ai designatori?



Sospetto di corruzione in un'intercettazione ancora anonima. Un presidente a un designatore: «Vai dal proprietario che c'è qualcosa per te». La Figc: «Per ora assegnato un fascicolo per evitare prescrizione»

ROMA, 12 aprile - Mentre in Figc si im­pegnano non poco per spiegare che esiste un fascicolo d’indagi­ne su Calciopoli 2 (assegnato ad un viceprocuratore federale di stretta osservanza palazzia­na e ad un sostituto molto sti­mato dal Procuratore, entram­bi uomini dell’antica Procura) e che il medesimo fascicolo ha una data (di protocollo, ndr) per fissare eventuali termini di prescrizione, ma che non ha ancora annunciato che è aper­to in attesa dell’udienza pena­le di domani a Napoli; il consu­lente sportivo di Luciano Mog­gi,
Nicola Penta (giunto al re­cord di quasi 50 mila telefona­te ascoltate), ha rivelato ieri a Studio Stadio ( Gold Sport) che tra le intercettazioni rinvenu­te in queste ore frenetiche in cui coi legali Prioreschie Tro­fino si definiscono i dettagli dell’audizione di martedì ce n’è una in cui un presidente di club contatta uno dei designa­tori e gli dice «passa da casa del maggiore azionista della so­cietà che ti deve dare un rega­lo». Roba pesante da digerire. Tra l’altro in queste ore il lavo­ro dei consulenti della difesa di Moggi s’è fatto più spedito per­ché il consulente informatico Porta ha individuato un siste­ma di filtraggio delle chiamate interessanti assai più rapido. «Voglio vedere se all’ascolto di queste telefonate - dice Penta con Moggi in studio - si conti­nuerà a dire che sono fatti irri­levanti dal punto di vista spor­tivo e penale».

PRESCRIZIONE- Il problema dell’indagine sportiva sarà e ri­marrà il vulnus fatto a Calcio­poli non sbobinando tutte le te­lefonate prima d’ora: mai come stavolta, però, il rischio della prescrizione incomberà sui chiamati in causa come una spada di Damocle. Se tutto è prescritto, ma gli elementi di accusa saranno all’altezza del­le attese suscitate in questi giorni, come si farà a tacitare l’opinione pubblica di fronte ad una così evidente disparità di trattamento? Ecco perché in queste ore si fa sempre più for­te il partito di chi chiede di "ri­vedere" politicamente Calcio­poli e togliere lo scudetto della Discordia. Alla revocazione del processo principale, ai sensi dell’articolo 39 del codice, ci si arriverebbe facilmente se nel lavoro di sbobinamento si pre­sentassero evidenze datate 1 luglio 2005 e posteriori. Tra l’altro il comunicato juventino, l’attesa della Fiorentina e le ur­la di Garrone, ma anche e so­prattutto la presa di posizione di Abete («voglio chiarezza e che si vada fino in fondo») fan­no da garante al rispetto della memoria dei fatti contro la vo­glia di dimenticare.
(da tuttosport.com)

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