Siamo al secondo appuntamento della nostra rubrica settimanale.
Oggi, basandoci anche su quanto raccontato da Pier, parliamo della mitica...
CASA ROSSA
In realtà la "Casa rossa" esisteva ed esiste davvero, si trattava di un vecchio casolare abbandonato sparso nelle campagne comprese tra Grumo, Binetto e Toritto. Oggi, percorrendo il ponte della circonvallazione di Grumo (quello che passa di fianco al cimitero comunale), è possibile vederla tra gli ulivi, guardando verso Palo del Colle. Narrava la leggenda che in quella casa rossa, probabilmente una vecchia casa cantoniera, avvenivano ogni genere di cose: riti satanici, infestazioni di fantasmi, extraterrestri, riunioni di ladri che vi depositavano la refurtiva. E tutti noi bambini eravamo pronti a giurare che ci eravamo stati e che avevamo visto tutto coi nostri occhi. Il problema era che, non conoscendo bene la geografia del nostro paese a quell'età, ogni bambino del quartiere Santo Spirito (quello dove ho trascorso la gran parte dell'infanzia) collocava questa Casa Rossa in un posto diverso. La zona era più o meno quella, ma la Casa secondo alcuni era là, secondo altri era qua. Insomma... in questa Casa Rossa, non ci era mai stato nessuno ma tutti ne parlavano.
Lasciate i vostri commenti o parlateci dei vostri "incontri ravvicinati del terzo tipo" nella casa rossa!
giovedì 14 febbraio 2008
URBAN LEGENDS
Pubblicato da FrankyD alle ore 19:19
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7 commenti:
è vero! alcuni miei amici da piccoli hanno visto alcune cose... comunque non voglio raccontarle visto che chiunque può leggere... l'unica proposta che vi faccio è: andiamo a scattare qualche foto?
Ok, vai a scattare qualche foto, e poi mettila sul nostro blog.
Hai avuto un'ottima idea....
Grazie Frank per lo spazio concesso al mio racconto. Bellissima l'intestazione dell'articolo con la C a forma di falce! Io però ne ho un'altra di urban legend... Il territorio di pertinenza è più ristretto, ma la storia ha un suo fascino. La racconto? Vabè... Siamo sempre nel periodo in cui frequentavo la scuola elementare. All'epoca frequentavo la casa di una mia compagna di scuola per fare i compiti. Lei abitava in uno dei primi maxi condomini di Grumo, a cui si accedeva da via Roma (di fronte all'entrata monumentale del campo sportivo). Quando finivamo di fare i compiti, nel tardo pomeriggio, ci fermavamo a giocare nei cortili di questo grande complesso di palazzine. Ciò finchè non arrivavano le 19. A quell'ora infatti uno di noi bambini a caso (ma più o meno sempre gli stessi) urlava più forte che poteva: "Capa Grossa, arriva Capa Grossa!". A quel grido disperato scoppiava il putiferio: tutti si cacciavano di corsa dei portoni delle proprie case, gridando di terrore e curandosi di chiudere a chiave. Se per qualche ragione qualcuno restava fuori, sarebbe stato facile preda del famigerato Capa Grossa. Ma chi era Capa Grossa. Costui pare fosse un omone senza testa che per qualche sconosciuta ragione percorreva le strade di quella zona del paese a quell'ora, fracassando i crani di tutti coloro che incontrava. Ovviamente si tratta di un personaggio di fantasia (checché ne potrà dire il nostro fantasioso antonio er tigrotto), ma le descrizioni sul suo abbigliamento e sul modo di camminare, fanno pensare ad un uomo di Grumo con evidente ritardo mentale (di cui purtroppo non conosco il nome) che passeggia spesso con incedere lento e ciondolante e con un'espressione confusa per le vie del paese.
avendo abitato sempre al quart. santo spirito, confermo quanto sopra. io e i miei amici eravamo soliti andare oltre le colonne d'ercole ( la chiesa della madonna delle grazie...) che per la nostra età di dodicenni ci sembrava una trasgressione... e ci spingevamo verso croste.
molte volte arrivammo fino alla casa rossa, ma solo una volta avemmo il coraggio di entrarvi.
tutte le leggende ci erano entrate nelle ossa e non vi dico la tensione quando varcammo la soglia.
dopo ci fu tanta delusione, chissà cosa pensavamo di trovarvi...ma orgoglio per aver superato la prova e poter vantarci con gli amici.
ade-
vedo che abbiamo scritto in contemporanea... ciao mitico pier
ade
Capa Grossa assomiglia al cavagliere senza testa e la storia di pier mi ricorda "Sleepy Hallow" di Tim Burton...
Antonio... Eccheccacchio: "cavaliere"! Si dice "cavaliere", non "cavagliere"! Ma che ti ho mandato a fare a scuola!
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