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martedì 8 aprile 2008

MANCHESTER UTD-ROMA: IL RITORNO

I giallorossi sono partiti alle 10 da Fiumicino, destinazione Manchester senza il loro Capitano Francesco Totti, che purtroppo non recupera dall'infortunio di 10 giorni fa. Per ribaltare lo 0-2 dell'andata e guadagnare la semifinale di Champions occorre un'impresa ai limiti dell'impossibile. Ma la squadra di Spalletti ha precedenti incoraggianti



MANCHESTER (Inghilterra), 8 aprile 2008 - Una missione quasi impossibile. Se fosse una carta obiettivi del Risiko reciterebbe: "Fare (almeno) due gol x distruggere le armate rosse". Il Manchester United. A Old Trafford, mica uno stadio qualsiasi. Senza subirne, e allora si parla d'impresa. Ma tant'è. Dopo lo 0-2 dell'andata, all'Olimpico, la Roma non ha alternative. È condannata al capolavoro, se vuole passare il turno. Del resto il premio è di quelli che legittimano una carriera: la semifinale di Champions League, presumibilmente contro un altro avversario nobile, il Barcellona.

IL DIKTAT DI SPALLETTI - Spalletti l'ha urlato forte e chiaro in conferenza stampa una settimana fa, quando la ferita era ancora calda, a pochi minuti dal fischio finale di una partita con qualche vuoto giallorosso di troppo di sceneggiatura, ma anche sfortunata: "Chi non ci crede resti a casa". Sul charter decollato alle 10 da Fiumicino sono saliti tutti. Tutti meno Totti, un'assenza pesante, ma preventivata e motivata. Da un infortunio, dalla rincorsa a un campionato che si può ancora vincere, secondo il pensiero comune a Trigoria. Per il resto tutti a bordo dunque, con la voglia matta, "feroce" - come ha chiesto il tecnico toscano - di stupire l'Europa. Ancora.

LE FONDAMENTA DELLA SPERANZA - Perchè siamo onesti. Per passare il turno serve un allineamento astrale particolarmente raro e favorevole. Perchè in Premier League il Manchester in casa ha perso solo una volta, perchè in Champions non lo ha fatto mai. Però...C'è un però. Anzi ce ne sono due. Si chiamano Lione e Madrid. Il 6 marzo 2007 la Roma passa 2-0 (sì, proprio con il punteggio che domani garantirebbe i supplementari) in Francia. Da sfavorita. Dopo lo 0-0 dell'andata all'Olimpico. Altro giro (di Champions), altro regalo (ai tifosi giallorossi). Spostiamo il nastro un po' più avanti: 5 marzo 2008. Sembra ieri. Quando la Roma passa a Madrid 2-1. Bissando il risultato dell'andata. Contropronostico. Ancora.

INFORTUNATI MANCHESTER - Al Bernabeu mancava Van Nilstelrooy. Infortunato. Un'assenza pesante per la casa blanca. A Old Trafford mancheranno Vidic e (a meno di un recupero improbabile) Ferdinand. La coppia centrale di difesa dei Red Devils. Il serbo si è fatto male all'andata, l'inglese domenica in Premier League, contro il Middlesbrough. Ieri sera gli esami al piede sinistro: escluse fratture, ma resta in dubbio persino per la gara di domenica in campionato, contro l'Arsenal.

GAMBE E CUORE - Infortuni pesanti. Appigli. Per scalare una montagna molto alta. Servirà il gioco della Roma, ma quello è ormai quasi una garanzia. Serviranno le gambe, e le ultime gare hanno dimostrato che di benzina da bruciare ancora ce n'è. Serviranno nervi saldi, comunque vada, specie con quel ricordo-incubo di un anno fa, - era il 10 aprile 2007 - di un 7-1 a Old Trafford, che mette ancora i brividi. Serviranno un pizzico (anche di più) di fortuna, che si sa aiuta gli audaci, e Spalletti sa di doverlo essere come tattica e atteggiamento. Ma soprattutto servirà l'anima. Quella incarnata da De Rossi, dall'esecuzione e dalla sua esultanza dopo il rigore spaccacuore al Genoa. Perchè a Manchester ci saranno 3.500 tifosi. Loro all'appello di Spalletti, al lieto fine ogni oltre logica, ci credono. Servirà una Roma degna di loro. Che comunque vada stavolta esca a testa alta da Old Trafford. Da grande d'Europa. Da pari rango del Manchester United.
(da gazzetta.it)

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