Bergamo telefonava a Moratti:
« Con lei ho più confidenza...»

ROMA, 9 giugno - L’udienza delle richieste di risarcimento è alle spalle e le difese cominciano ad affilare le armi per la fase delle arringhe che prenderà il via martedì prossimo, quando concluderanno il duello a suon di milioni chi si sente danneggiato e chi (come Juve, Fiorentina e Lazio) non vuole pagare. Tra l’altro l’ipotesi di cancellazione dell’udienza del 28 maggio non piace ad alcuni collegi difensivi che chiederanno alla giudice Casoria di ripristinare la seduta, con eventuale stop tecnico per la camera di consiglio della corte d’Appello sulla questione delle ricusazione (d’altronde l’aula è due piani sopra la famosa 216 della nona sezione).
RILETTA - Nel lavoro di taglia e cuci delle tesi difensive rispuntano anche frammenti di telefonate emerse nei giorni caldi del dibattimento dell’aprile 2010. E la famosa telefonata di Moratti e Bergamo per gli auguri di Natale del 2004 viene riletta nella sua interezza, scoprendo un rapporto esclusivo e diretto con l’attuale presidente dell’Inter, che rivendica il ruolo centrale (ovvio, era il patron e plenipotenziario, mentre Facchetti era presidente) che va oltre le telefonate dell’ex gloria azzurra e nerazzurra con l’ex designatore. Passaggi che spiegano di un canale diretto che può anche bypassare la figura di Facchetti.
ECCO la telefonata interrotta e ripresa dopo una caduta di linea:
Moratti: Senta, io ci tenevo però a incontrarla
Bergamo: Sì
M. Quando lei aveva... aveva un minuto, quando le pare a lei, che passa da Milano, mi dice lei dove B. Sì
M. : Magari io faccio... un secondo, ma proprio... mi faceva piacere anche
B. Sì, sì, no, anche io volevo farle, così, una confidenza, e avevo già in animo... speravo di vederla a Milano alla cena dei presidenti, infatti glielo dissi a Giacinto M. : No, quella sera lì no, ma sa che cosa? C’è anche il fatto di Giacinto, che molte volte mi fa il piacere che sia lui un po’ a rappresentare la società B. Uhm, uhm
M. Sembra uno scherzo, e invece così Giacinto può... può essere lui che... e allora molte volte rischio di... di?
B. Uhm, uhm, no, ma io non è che non volevo parlare con Giacinto, ma ho confidenza con lei
M. No, no, no
B. Per cui preferisco, ecco?
M. Volevo vederla anche io, adesso?
- A questo punto cade la linea -.
M. Pronto?
B. E’ caduta la linea
M. Sì, sì, è caduta... no, no, ma anche io, per quello che le dicevo, vediamoci noi due, su questo son d’accordo con lei, (ride) B. Sì
M. No, no, vediamoci noi due, ma dopo, sinceramente, quando lei pensa di avere un momento libero, non voglio neanche?
B. Sì, sì, lei verrà a Livorno a vedere la gara o la vedrà come? Perché?
M. E non lo so, io evito sempre un po’ di venire... di venire fuori casa.
Poi si troverà l’accordo per vedersi a Forte dei Marmi, buen ritiro morattiano vicino alla Livorno di Paolo Bergamo.
AYROLDI E KAKA’ - Ricordate Stefano Ayroldi? L’assistente che toppò al Mondiale nel match Argentina-Messico e che venne duramente criticato da Mourinhoper l’esultanza a fine gara del pareggio Fiorentina-Inter 2-2? Ebbene emerge da una telefonata tra gli amiconi Copelli e Meani un particolare: ad un match di Champions del Milan sotto la giacca a vento indossa la maglia di Kakà: ebbene sì. Persino Meani e Copelli pensano che sia esagerato per un direttore digara presentarsi così allo stadio.
ECCO il brano della telefonata: Meani: Certo, io dico, come “cazzo”... conoscendo poi com’è l’ambiente arbitrale, stai con la maglia di Kakà sotto la giacca a vento?
C. Ma poi lo dice a Roberto Rosetti: no, ma viene mio figlio, viene da giù in aereo, è tifosissimo del “Milan”; ma “puttana Eva”, stai zitto! Ma sei scemo?
M. E’ matto, è fuori di testa
C. Va beh, è così
M. Ma te l’immagini questo se avesse fatto l’arbitro (come il fratello Nicola, ndr)?
(da tuttosport.com)
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