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mercoledì 19 ottobre 2011

È addio tra la Juve e Del Piero
Per Alex un futuro negli Usa




Alex Del Piero, 36 anni, ha esordito in serie A con la Juve nel 1993


TORINO
Più del cosa, «l'ultimo anno di Del Piero in bianconero», contano il dove, l'assemblea degli azionisti della Juve, un po' come il discorso alla Nazione, e il come, quasi un inciso, parlando di stadi. L'addio ad Alessandro Del Piero, il sinonimo di Juve negli ultimi 19 anni, lo dà Andrea Agnelli alle undici del mattino, nel discorso d'apertura: domande non servono, l'annuncio, o l'omaggio come spiegherà in seguito il presidente, è studiato e voluto. In quel luogo, in quell'istante. «L'unico legame con le recenti case della Juventus, il Comunale, il Delle Alpi, lo stadio Olimpico e lo Juventus stadium - attacca il numero uno bianconero - è il nostro capitano, Alessandro Del Piero, a cui io dedicherei un applauso, in quanto ha fortemente voluto rimanere qui con noi, ancora per un anno, il suo ultimo in bianconero». Applausi, in attesa del sipario, a maggio.

La parola fine è un fulmine per molti, dai giocatori di squadre nemiche ai giornalisti di mezza Europa, ma la storia era già scritta da un pezzo, almeno per la società. Di sicuro dal 5 maggio scorso, quando furono messi gli ultimi autografi, per il rinnovo annuale: «Sarà l'ultimo anno - precisò Agnelli - e gli ho chiesto di finire la sua avventura in bianconero con una vittoria importante». Era nel cortile della sede, e non in assemblea: il mezzo è ancora il messaggio. Abituato a inseguire sogni, spesso superandoli, il capitano già aveva altre idee: «Se sarà il mio ultimo rinnovo? Le cose si vedono di anno in anno, sono integro e sto bene, penso solo al futuro prossimo». Parere ribadito un mesetto fa. Non ha cambiato versione neppure la Juve: il problema è che va in direzione opposta. Niente miracoli, stavolta finisce qui.

La tribù di Alex, cioè una bella fetta di tifosi, annidata allo stadio e nel web, ci rimane male. Qualcuno anche in assemblea, che al solito dà asilo ai piccoli azionisti-tifosi. Così un ragazzo parla di brutta figura, tirando in ballo anche la vicenda dell'ultimo contratto, quell'assegno in bianco messo sul tavolo dal numero dieci, a sorpresa. Agnelli ribatte: «Non capisco in che modo e in che forma abbiamo fatto una brutta figura con Del Piero. Ognuno ha le sue interpretazioni - spiega - ma credo che da un punto di vista della dirigenza, mi sentirei più in imbarazzo nei confronti dei miei azionisti dicendo: “Ho dato un contratto in bianco a chicchessia e hanno messo la cifra che volevano”. Allora una serie di voi può venire a riprendermi e dirmi: “Non mi sembra il modo di gestire la situazione”». Conclusione: «Ad Alessandro dobbiamo tanto, abbiamo qui la persona che ha stilato il suo primo contratto, che è il presidente Boniperti, e farei un grande applauso anche a lui. Io ho avuto la fortuna di siglare l'ultimo, e credo che dal presidente Boniperti a me c'è una storia, un amore infinito di Alessandro per i colori bianconeri. Da quel punto di vista, la decisione su come gestiamo il contratto... credo sia meglio gestire noi le cifre, invece che darli a terzi».

Di omaggio si tratta, e non di sgarbo, precisa ancora il presidente, stavolta in conferenza stampa: «Era giusto e doveroso, essendo nell'assemblea, tributargli un ringraziamento». Del Piero nulla sapeva, e neppure il fratello manager, Stefano, avvertito poco dopo dalla telefonata di un giornalista. Fino a sera, tra l'insistenza dei cronisti e l'ansia dei tifosi su internet, si medita una risposta, un commento: ma alla fine il capitano evita ogni parola. Anche se andrebbe benissimo la citazione che da qualche settimana sta appiccicata ai piedi della home page del suo sito: «Il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni». Di Eleanor Roosevelt, moglie dell'allora presidente degli Stati Uniti. La nuova frontiera, anche per Alex, che mai ha nascosto il desiderio di andarci, quando da queste parti tutto sarà finito. A breve, pare, con questo addio di Agnelli. A sorpresa, come fu il videomessaggio di Del Piero affidato a internet, cioè in piazza, in piena trattativa, e mai gradito dal club. Parlando della Juve che verrà, e di un bilancio da risanare, il presidente aveva pescato una citazione del teologo inglese Richard Hooker: «Change is not made without inconvenience, even from worse to better. I cambiamenti non avvengono mai senza inconvenienti, perfino dal peggio al meglio». Basta che questo sia il meglio, appunto.
da lastampa.it

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