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venerdì 5 novembre 2010

Cassano cacciato
Le offese e gli insulti al presidente Garrone



La Sampdoria ha chiesto la rescissione del contratto e il blocco dello stipendio: «In gioco la nostra credibilità»

Non uno sfogo. Di più, di peggio. Un gesto di follia ingiustificabile, anche se ieri i tifosi sampdoriani presenti a Bogliasco (davanti a una squadra che si è allenata ed è partita per Cesena senza Cassano) auspicavano ancora una riappacificazione. Una pia illusione, anche se l' uomo che martedì scorso alle 17 ha apostrofato con termini ignobili Riccardo Garrone è lo stesso che trentotto mesi fa (18 agosto 2007, primo giorno del barese a Genova) era stato presentato dal presidente come un «uomo di umanità, responsabilità e rispettoso delle regole».

Un' altra storia: venerdì la Samp ha inoltrato domanda di arbitrato con rito accelerato, via raccomandata e fax, al Collegio Arbitrale della Lega e all' indirizzo romano del giocatore. Un passo che al presidente, sinceramente legato ad Antonio, è costato moltissimo. La Gazzetta è in grado di documentare ciò che la società blucerchiata chiede alla Lega (anche) attraverso il racconto dei fatti: «l' esclusione da preparazione e/o allenamenti con sospensione degli emolumenti» e «la risoluzione del contratto». Verso l' addio Nel procedimento sportivo la Samp verrà difesa e rappresentata dall' avvocato Andrea Galli, del Foro di Perugia.

In subordine si chiede «la sospensione dagli allenamenti e dalla preparazione almeno fino al termine della corrente stagione e la sospensione totale della retribuzione» sino a giugno, indicata al lordo in 5,368 milioni annui sino al 2013. O, in ultima istanza, «la riduzione della retribuzione nella misura massima possibile» fino a giugno, oltre al pagamento da parte del giocatore di tutte le spese giudiziarie. Gli insulti Lo svolgersi dei fatti, secondo l' accusa di Garrone, è agghiacciante per la gravità delle espressioni di Cassano.

Quel giorno, nella sala-riunione al primo piano del «Mugnaini», il presidente gli chiede «di presenziare la sera stessa al premio "Rete d' argento" a Sestri Levante». Al «secco e immediato rifiuto» del giocatore, Garrone domanda: «Perché?». «Perché no».

Il presidente insistere chiedendogli «di esaudire questo mio desiderio personale», assicurandogli «che sarebbe rimasto solo i minuti necessari alla consegna del premio». Qui Antonio tracima: la Gazzetta si scusa con i lettori per la pesantezza del linguaggio, ma riportarlo aiuta a capire le decisioni successive.

Cassano: «Eh sì che io vado a prendere un premio in quella merda di albergo». Garrone: «Ma chi credi di essere?». Cassano: «Perché alza la voce?». Garrone: «Non ho mai alzato la voce con te». «A quel punto - si legge nel documento firmato dal presidente - Cassano si alzò d' impeto ed uscì sbattendo violentemente la porta ed imboccò le scale esterne che portano agli spogliatoi».

Poco dopo Garrone sente Cassano «che ad alta voce mi gridava "fanculo", affermazione percepita anche da una ventina di tifosi».

La vergogna L' ira di Cassano riprende negli spogliatoi, con «una quantità innumerevole di insulti tra i quali ho percepito di sicuro - spiega il presidente - dei sonori "vaffanculo", "vecchio di merda", e "bocchini" vari», davanti ad alcuni giocatori, «fra i quali Pazzini, Lucchini, Marilungo, Pozzi e Dessena, oltre ad altri tesserati».

Garrone segnala che «parte di questo episodio è stata anche sottoscritta da Giorgio Ajazzone (team manager, n.d.r.) e da Alberto Marangon (responsabile della comunicazione, n.d.r.), i quali riferiscono sia sulla veemenza della reazione sia su alcuni degli specifici insulti ("vecchio di merda" e "fighi dè bocchin!")».

Silenzio-assenso A ulteriore conferma della veridicità del racconto, si constata che «i fatti esposti» sono «non contrastati e non contestabili dal calciatore». Non solo: il club viene privato «dell' opportunità di ricavare corrispettivi» dalla sua eventuale cessione futura. E ancora: «È in gioco la credibilità dell' intero staff dirigenziale e in difetto di una sanzione esemplare tutti i tesserati avrebbero libero diritto di ogni comportamento».

La Samp si riserva «in altro e separato giudizio ogni azione per i danni» legati all' immagine lesa dei propri «partner commerciali e sponsor».

(a cura di Galdi Maurizio, Grimaldi Filippo da gazzetta.it)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cassano,sarai anche un fuori classe ma non certo di educazione!