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giovedì 14 maggio 2009

Coppa Italia: trionfa la Lazio
Sampdoria battuta 7-6 ai rigori


La Lazio mette in bacheca il primo trofeo dell'era Lotito battendo 7-6 dopo i calci di rigore la Sampdoria, all'Olimpico, nella finale di Coppa Italia. Nei 90 minuti le reti di Zarate al 4' e di Pazzini al 31', poi, dal dischetto, gli errori di Cassano, Rocchi e Campagnaro. Decisivo il settimo penalty biancoceleste, calciato da Dabo. La Lazio conquista la quinta Coppa Italia della sua storia e un posto nella prossima Europa League.

Finisce con le lacrime di Delio Rossi, dopo 120 minuti e 14 calci di rigore, la serata - ricca di tensione, più che di spettacolo - che riporta la Lazio al trionfo, cinque anni dopo l'ultimo successo, proprio in Coppa Italia. Finale inedita, finale combattuta, finale interminabile. I biancocelesti erano stati capaci di eliminare Milan e Juve, la Samp veniva dall'impresa compiuta contro l'Inter di Mourinho.

Premesse di spettacolo e divertimento che sembravano destinate ad essere ampiamente mantenute, dopo la rete iniziale di Zarate - la grande scoperta di Claudio Lotito - in gol al 4' con un gran destro da fuori area. La Lazio invece non riusciva ad approfittare dello choc blucerchiato per il gol subito, fallendo con Pandev al 27' un'occasione clamorosa per il 2-0, con Castellazzi miracoloso nell'opporsi alla botta ravvicinata del macedone, dopo la respinta dello stesso portiere ligure sul tiro da fuori di Kolarov.

Quattro minuti dopo la Samp pareggiava con Pazzini - abilissimo a bruciare di testa Siviglia -, sancendo una parità rimasta tale fino al 120' minuto. Partita nervosa, con otto ammoniti e tante proteste. Prima della Samp, per un contatto in area fra Siviglia e Pazzini (18' del primo tempo), poi della Lazio, per un presunto fallo di Stankevicius su Lichtsteiner (10' del secondo tempo supplementare). Rigori chiesti e non concessi da Rosetti, che hanno preceduto i 14, decisivi tiri dal dischetto finali, segnati dagli errori di Cassano (al tiro per primo) e poi di Rocchi, con la prima serie di 5 che si concludeva sul 5-5 (1-1 iniziale compreso, ovviamente). Toccava poi a Delvecchio e Lichtsteiner, entrambi freddi e impeccabili, quindi a Campagnaro e Dabo. Muslera riusciva ad opporsi alla conclusione dell'argentino, Castellazzi nulla poteva su quella del francese. E così, dopo cinque anni di attesa, è stato un nuovo tripudio biancoceleste.
(da sportmediaset.it)

1 commento:

ade ha detto...

aha come sbaglia Cazzano....