La verità sul ritorno (mancato) di Ventola
«Col Bari era fatta, qualcuno ha detto no»
L'attaccante di Grumo Appula, Nicola Ventola, alla vigilia della sfida con l’Atalanta rivela i dettagli della trattativa che stava per riportarlo a casa, ma poi è sfumata, per colpa di qualcuno.
BARI — Poteva essere un clamoroso ritorno. C’è mancato davvero poco che Nicola Ventola vestisse nuovamente la maglia del Bari. E che domenica fosse l’ex di lusso nel match con l’Atalanta. Il 31enne attaccante di Grumo Appula, una delle perle più brillanti provenienti dal settore giovanile biancorosso, è stato a lungo a contatto con Giorgio Perinetti fino a qualche settimana fa. L’accordo con i galletti sembrava raggiunto, ma sul filo di lana qualcosa si è rotto. Ed ora il centravanti ex Inter è un nome pesante nella lista degli svincolati. Una realtà difficile da accettare per chi ha calcato i grandi palcoscenici, sfiorando anche la nazionale. Attendendo la chiamata giusta, la punta si gode la sua famiglia: la moglie Kartika Luyet (modella brasiliana) ed il piccolo Kelyan che tra qualche giorno compirà cinque anni. Bari-Atalanta, però, resta per Nicola la sfida del cuore. Il confronto tra la squadra della sua terra e quella che per ben due volte lo ha portato a nuova vita quando i gravi infortuni avevano pregiudicato la sua carriera. Arduo, pertanto, avventurarsi in pronostici. Anche se l’auspicio del bomber è che, al di là del risultato del prossimo match, entrambe le compagini si presentino al traguardo finale con la permanenza in tasca.
Nicola Ventola, come vivrà Bari-Atalanta?
«Non so se avrò la forza di seguire l’incontro. Si tratta di due piazze che hanno significato troppo per me. Peraltro, si profila un match dai contenuti forti. Il Bari viene da tre pareggi di fila e da prestazioni importanti come quelle con Inter e Palermo. Quindi vuole vincere per avere la controprova del suo valore. L’Atalanta, invece, ha assoluto bisogno dei tre punti per staccarsi da quota zero e da una classifica assolutamente non rispondente ai valori tecnici. In casi del genere, spesso viene fuori un pareggio. Un risultato che, dati i miei sentimenti, non mi dispiacerebbe affatto» .
E pensare che avrebbe potuto giocare anche lei.
«E’ vero. C’era la concreta possibilità che tornassi a Bari. Durante l’estate ho sentito più volte il ds Perinetti, sembrava che potessi inserirmi bene anche nel progetto tecnico di Ventura. Purtroppo, però, l’accordo è saltato. E certo non per ragioni economiche. Il vero motivo ancora non lo conosco, anche se un’idea me la sono fatta» .
Sarebbe?
«Può darsi che la società ritenga inopportuno avere baresi in organico. Forse perché in passato c’è stata qualche esperienza poco felice. Tuttavia, spero che non sia una linea troppo rigorosa. Perché un barese darebbe sempre più del massimo per la maglia biancorossa».
E se il Bari ci ripensasse e tornasse sulle sue tracce?
«Non esiterei un attimo a dire di sì. La dirigenza lo sa: la mia disponibilità è totale e Bari rappresenta sempre una priorità rispetto ad altre soluzioni. Anche perché con il presidente Matarrese ho un rapporto splendido. Un legame che in tutti questi anni non si è mai scalfito».
A proposito, lo sa che presto potrebbe passare la mano?
«Finché non lo vedo con i miei occhi, non ci credo. Vincenzo Matarrese vuole troppo bene al Bari. Barton? Non lo conosco. Ma se proprio dovrà esserci il passaggio di proprietà, mi auguro che chi verrà faccia il meglio per la società. Il Bari ha appena riconquistato la serie A: un patrimonio che non si dovrà più perdere».
Quali sono i suoi ricordi più belli in biancorosso?
«Tutto nel Bari è stato stupendo: stiamo parlando della squadra che mi ha cresciuto. Il campionato del ’97, però, resta uno dei momenti più esaltanti: raggiungemmo la promozione in A a dispetto di ogni pronostico. E poi il match contro l’Inter dell’anno successivo: rientravo da un grave infortunio e segnai il gol della matematica salvezza».
Le sue emozioni a Bergamo, tuttavia, sono ugualmente forti.
«L’Atalanta è stata la società che ha creduto in me nei momenti più difficili. In nerazzurro mi sono sentito di nuovo calciatore quando tutto tutti mi davano per finito. Mi hanno preso prima nel 2000, reduce da un’opaca stagione a Bologna, poi nel 2005, di rientro dalla parentesi al Crystal Palace condita dall’ennesimo guaio fisico. Anche a Bergamo ho vinto un campionato di B e nella massima categoria sono andato a segno con Juventus e Milan. Indimenticabile » .
Che cosa c’è nel futuro di Ventola?
«Il calcio. Ho 31 anni, non ho alcuna intenzione di smettere. Mi sto allenando con il Novara, fisicamente sto benissimo. Forse ho fatto alcune scelte sbagliate. Nell’ultimo campionato, infatti, avevo ricevuto diverse offerte, ma volevo assolutamente arrivare alla scadenza del contratto per trovare una sistemazione definitiva. Invece, una serie di situazioni non hanno dato gli sviluppi sperati. Adesso posso trovare collocazione soltanto in serie A, dato che in B quasi tutti club hanno completato le liste. Noto, tuttavia, che molte squadre stanno ancora completando l’organico. C’è qualche trattativa in corso, vedremo. Una cosa, però, è certa: aspetto solo un’occasione. Ventola ha ancora qualcosa da dire».
(a cura di Davide Lattanzi da corrieredelmezzogiorno.corriere.it)
sabato 19 settembre 2009
Pubblicato da Real Mimmo alle ore 17:05
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